La storia di L.

Ma cosa sono in fondo le aspettative di vita che ognuno di noi fantasiosamente inventa ed auspica per se stesso e i propri cari? Forse la vostra stessa vita fin qui spesa ha ricalcato il copione in gioventù agognato? Privo di sconfitte, malattie o sfortune? Probabilmente invece di tanto in tanto costellato da episodi più o meno fortunati ma comunque non previsti. La vita di L. è altra cosa, appartiene ad un altro ordine di idee. La voce di L. è un soave silenzio che parla di semplicità e tenerezza, hanno un suono solo le espressioni di bisogno come la fame o la sete o il dolore per le frequenti otiti o il desiderio di essere portato fra i suoi amati giocattoli. Le risa di L. sono coinvolgenti, spesso nascono da carezze e coccole che lui adora o dal bisbigliargli all’orecchio qualche parolina.

Per lui il solletico appena abbozzato è motivo di grande ilarità che ci apre il cuore. Lo sguardo di L. è birichino, non lo trovi mai al suo posto. Un momento potresti dire di averlo catturato ma se subito apri le mani ti sfugge fra le dita e lo ritrovi oltre te stesso a scrutare la finestra alle tue spalle, puoi provare a frapporti ad essa ma stai certo che la lampadina appesa al soffitto risulterà per lui più interessante del tuo viso... e non puoi far altro che notare la bellezza dei suoi occhi sfuggenti e perderti in quella splendida tonalità di marrone. La pelle di L. è quanto di più delicato e vellutato io conosca. Ritengo che la quantità di baci che essa gli procura da parte delle persone che lo conoscono sia davvero notevole. In tutto il suo corpo la pelle ha solo due "imperfezioni" il che potrebbe anche dirsi un record. Una di esse è un neo sotto al tallone destro e la seconda è una piccola cicatrice appena sopra al sopracciglio sinistro in ricordo di una crosticina da varicella che suo fratello Lorenzo non ha resistito alla tentazione di strappare.

Le braccia di L. sono leggere ed hanno forza a sufficienza per sostenere dei giocattoli o il biberon, quando abbracciano me però sono capaci di un vigore ed un’energia smisurata e mi trasmettono tutto l’amore di cui ho bisogno. Le gambe di L. sono esili e sostengono il peso del corpo per alcuni secondi. Una volta in un documentario, vidi la nascita di un piccolo cerbiatto che subito tentò di ergersi in piedi per la prima volta, stentando in un precario equilibrio. Le gambe di L. sono come quelle di quel piccolo cerbiatto.

L. adora mangiare i croissant alla marmellata, il riso al burro e la minestra di verdura che cucina la nonna. L. mi ha insegnato l’umiltà, la gioia per le cose che abbiamo e che possiamo fare. L. mi ha insegnato il valore della rinuncia e della privazione, i limiti del sistema e la dignità di chi vive ai margini. Grazie a L. ho conosciuto altri meravigliosi bambini "fuori standard" e le loro famiglie. Quante cose mi ha insegnato L., e pensare che ha solo 4 anni... F., Settembre 2008.

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